Vermi per diagnosi veloce del cancro?

Parassiti fastidiosi possono rivelarsi utili nella ricerca.

di Valentina Cervelli 26 Marzo 2015 10:34

Utilizzare dei vermi per comprendere se il corpo umano ha già sviluppato i primi segni del cancro? Ancora una volta questa ipotesi si affaccia nella ricerca contro questa malattia. Vediamo come.

L’idea è in realtà quella di utilizzare l’olfatto del Caenorhabditis elegans, un verme nematode che ha già mostrato di riuscire a rilevare alcuni segni precoci della presenza di cellule tumorali all’interno dell’urina. Il margine di errore è più alto di quello di un esame del sangue ma rappresenta comunque per i ricercatori un ottimo punto di partenza dal quale lavorare. Questo parassita fa parte di quelli che vengono considerati i “supersniffatori” di tumori. A scoprire le capacità del Caenorhabditis elegans sono stati Takaaki Hirotsu e Hideto Sonada, due biologi dell’Università di Kyushu a Fukuoka, che si sono trovati a studiare il caso di un uomo rimasto vittima di un parassita che si può trovare nel pesce crudo se mal conservato o contaminato, l’Anisakis.

Il paziente era stato infatti colonizzato da questi vermi che però si erano concentrati in buon numero attorno ad una piccola lesione del suo stomaco che analizzata si è rivelata essere un tumore gastrico. Da qui è stato un passo obbligato chiedersi se effettivamente i parassiti non fossero stati attratti dall’odore del cancro. Soprattutto perchè, scorrendo la letteratura medica, è possibile verificare come questo nello specifico non sia il primo caso di persone che hanno sperimentato la colonizzazione da parte di questi parassiti su lesioni cancerose. Al quale va aggiunto il fatto che diverse sperimentazioni in vitro hanno confermato sia che sia l’olfatto a guidare i vermi, sia che gli stessi fossero proprio attirati dalle cellule cancerose.

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