Perché la circoncisione maschile?

Motivazioni religiose e mediche dietro una pratica millenaria.

di Valentina Cervelli 24 Gennaio 2014 9:18

La circoncisione maschile è un intervento chirurgico che rimuove parzialmente o totalmente il prepuzio scoprendo quindi in modo parziale o totale il glande. Volete sapere perché questa operazione viene condotta? Ve lo spieghiamo subito.

Il prepuzio, partiamo da ciò, è la pelle che naturalmente ricopre il glande quando il pene non è eretto. La circoncisione, ovvero l’atto della sua rimozione, può essere condotta per due motivi: uno medico e uno religioso. Il primo si rende necessario in caso di fimosi, una patologia che consiste nella perdita di elasticità  dell’apice del prepuzio. Essa comporta difficoltà o impossibilità a scoprire il glande. Fattore questo non augurabile né dal punto di vista igienico né da quello sessuale. Questo intervento è facilmente eseguibile in day-hospital ed in anestesia locale, senza quindi bisogno di ricovero ospedaliero. L’unica vera raccomandazione è quella di seguire le istruzioni del medico in merito alla ripresa dei rapporti sessuali per non provare dolore. Talvolta essa viene eseguita anche per risolvere i problemi di sensibilità del pene ed affiancata ala frenuloctomia, ovvero la rimozione del frenulo.

La circoncisione maschile rituale è tipica della religione ebraica, sebbene sia propria anche di quella islamica con differenti modalità. Tradizionalmente è conosciuta sotto il nome di Berit Milah (Brit Milah) ovvero “Patto del taglio”. E’ essenzialmente una cerimonia con la quale si dà il benvenuto ai neonati maschi nella comunità. Essa vine eseguita da un mohel o da un medico riconosciuto secondo la tradizione religiosa, davanti ai famigliari ed agli amici del neonato e deve essere effettuata all’ottavo giorno dalla nascita del bambino durante il giorno.

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