Homo sapiens ancora più vecchio?

Un'analisi approfondita porterebbe indietro, e non di poco, l'orologio dell'evoluzione.

di Valentina Cervelli 23 Settembre 2015 9:56

L’Homo Sapiens  è ancor più vecchio di quel che si pensava? L’esaltazione per via dell’Homo Naledi ha offuscato i risultati di una ricerca che potrebbe suggerire proprio questo, indicandoci parentele che non pensavamo fossero possibili.

Il dover riportare indietro l’orologio dell’evoluzione apre diversi scenari davanti a noi. Almeno secondo gli scienziati del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Leipzig. Il coordinatore dello studio in questione, Matthias Meyer, ha infatti pubblicato sulla rivista di settore Science il sequenziamento del Dna di un Homo di 400.000 anni fa grazie a campioni di denti e ossa trovati in Spagna, nella grotta Sima de los Huesos.

E come vi abbiamo anticipato ciò che è stato scoperto sta portando alla modifica di alcune conoscenze che davamo per certe sull’evoluzione dell’uomo. Prima di tutto l’Homo Sapiens è collegabile all’Homo di Neanderthal: esso potrebbe essere un antenato diretto e non una sorta di braccio evolutivo parallelo come si credeva. E ancora proprio per questo motivo vi sarebbe la necessità di portare la sua origine ancora più indietro nella storia. L’analisi dello scienziato ha poi evidenziato come l’Homo sapiens dovesse aver avuto un antenato comune con i Neanderthal e con l’Homo denisova. Calcolando che quest’ultimo ha vissuto tra i 550.000 e 765.000 anni fa bisognerà riformulare i calcoli tenendo da conto un gap cronologico di quasi 400mila anni.

E se è grandioso che si sia potuta applicare la tecnica del sequenziamento del DNA in questo campo, appare ad ogni modo evidente che i risultati ottenuti dal professore tedesco ci spingeranno a rivedere a fondo la nostra ricostruzione dell’evoluzione umana.

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