Dagli scacchi al gioco d’azzardo: quando matematica, statistica e logica battono la fortuna
Tutte le volte che si parla di gioco, ecco riemergere il solito dibattito: conta la fortuna o la bravura? Se poi il discorso lo si sposta su esempi come il gioco d’azzardo, allora si trovano vere e proprie fazioni dalle opinioni opposte: da un lato c’è chi crede che, alla fine, la dea bendata abbia sempre l’ultima parola. Dall’altro lato, invece, ci sono i giocatori che amano essere padroni del proprio destino, e che conquistano vittorie su vittorie sfruttando i “banchi di scuola”.
Iniziamo con il dire che lo studio ha sempre un certo peso, e può effettivamente fare la differenza fra una vittoria milionaria e una sconfitta clamorosa. Potere della matematica, della statistica, della probabilistica e persino della logica.
La fortuna nel gioco esiste davvero?
Si parte da un’obbligatoria premessa: la fortuna esiste, eccome se esiste. Sarebbe sciocco sostenere il contrario, perché alla fine è il caso che muove il mazzo, e nessuno (legalmente) è capace di orientare palline, carte e via discorrendo. Quindi sì: la fortuna può metterci il suo perfido o benevolo zampino.
Di contro, la dea bendata non può tutto, perché ogni giocatore ha la possibilità di ridurre al minimo l’impatto della sorte. E questo avviene per merito dello studio e della preparazione: due qualità che possono davvero innalzare in modo clamoroso le chance di vittoria.
Però va anche detto che chi padroneggia arti come la matematica e la logica, è cosciente di un fatto: una volta si può perdere perché si è sfortunati, le altre nove volte questo non accade. Al contrario, chi si basa solo sulla fortuna, vincerà una volta e perderà le altre nove.
Vincere al gioco grazie alla matematica
La matematica è un linguaggio considerato universale, con i suoi numeri e le sue formule che rappresentano il tessuto dell’intero universo. Non deve dunque stupire che si parli di una disciplina spesso impiegata anche dai giocatori professionisti: vi basti pensare alla matematica nel poker e al calcolo delle probabilità al tavolo verde, in particolare. Il tutto si basa su una formula complessa, ma soltanto in apparenza: la probabilità di vincita viene sempre data dal rapporto fra l’investimento e il valore del piatto. Chi conosce questa regola, e chi sa applicare i calcoli al gioco d’azzardo, conosce anche il segreto per vincere. O quantomeno per non perdere troppo, quando non è proprio giornata.
Dalle scommesse agli scacchi: il peso dei numeri
Pure le scommesse sportive si fondano sul calcolo probabilistico e sulla matematica, e lo stesso discorso vale anche per giochi come gli scacchi. Soprattutto questi ultimi, molto più del gioco d’azzardo, vedono la vittoria dipendere da una valutazione quasi maniacale di ciò che accade sulla scacchiera.
In tal caso si fa riferimento al sistema di notazione delle mosse, e al calcolo delle possibili risposte in base ad ogni singolo movimento. In realtà è possibile applicare la matematica in un altro modo, ovvero dando ad ogni singolo pezzo un valore numerico crescente: così facendo, anche se in maniera piuttosto grossolana, si può ottenere una valutazione delle posizioni complesse.
Se voglio vincere devo tornare fra i banchi di scuola?
A questo punto la domanda è la seguente: un neofita che intende calarsi per la prima volta nel mondo del gioco d’azzardo, deve per forza di cose tornare a studiare fra i banchi di scuola? Sì e no, perché la matematica è un’arte che va gioco forza padroneggiata, ma non necessariamente al pari di un esperto.
In fondo il calcolo delle probabilità non è una disciplina molto complessa, quindi chiunque può studiarla e approcciarla, applicandola poi nel concreto ai tavoli verdi. Di contro, va specificato che bisogna fare pratica e alle volte accettare di perdere: intanto perché un po’ di esperienza con numeri e calcoli va sempre fatta, e poi perché – come detto – la matematica non dà comunque la garanzia assoluta di vittoria. Diverso il caso degli scacchi, perché si parla di un gioco di per sé molto complesso: lì sì che bisogna impiegare centinaia di ore per diventare esperti.
Perché conviene imparare la matematica
La matematica può far comodo in diversi campi della vita, e anche il gioco d’azzardo rientra in questo elenco. È chiaro che un giocatore che si dedica al gambling per hobby non ha alcun bisogno di studiarla: in fondo gli basta giocare per divertirsi, possibilmente gestendo in modo oculato il proprio bankroll.
Chi invece intende dedicarsi a questa passione, e farla diventare un qualcosa di fruttifero, allora non può fare a meno della matematica. Al punto che le scelte avventate al tavolo verde possono costare ai giocatori miliardi di euro: ecco un validissimo motivo per imparare a “giocare con i numeri”.
In conclusione, mai prendere seriamente il gioco d’azzardo, se prima non si studia almeno un po’ la matematica e il calcolo delle probabilità.