Come funzionano le lampade al neon

Ecco come è fatto uno degli strumenti più utilizzati per l'illuminazione artificiale.

di Valentina Cervelli 20 Settembre 2015 10:30

Come funzionano le lampade al neon? Oggi entreremo nello specifico del funzionamento di questi oggetti, molto simile a quello di lampadine fluorescenti, alogenuri metallici o a vapori di sodio o mercurio.

Comprendiamo che generalmente non si conoscono tutte queste tipologie di illuminazione. Essenzialmente parliamo di quelle che a livello tecnico vengono definite lampade a scarica e che prendono il nome dai gas che vengono utilizzati per le loro ampolle. Non è poi così complicato il loro funzionamento. Esso si basa sul fatto che l’energia che produce la luce sia ottenuta attraverso l’emissione da parte del plasma generato dopo la ionizzazione che avviene grazie al passaggio della corrente elettrica del gas. Una “tecnica” differente rispetto all’irraggiamento derivante dal riscaldamento del filo di tungsteno delle vecchie lampadine.

Il neon è un gas nobile, va ricordato, difficile da portare alla temperatura di liquefazione, inodore, insapore e dal colore rosso arancio. Questo particolare dovrebbe farci comprendere che spesso il termine “lampada al neon” non è utilizzato in modo corretto, indicando come tale una luce prodotta da un differente tipo di gas. A differenti gas infatti, corrispondono differenti colorazioni. Perché conviene utilizzare le lampade al neon rispetto alle classiche lampadine? E’ presto detto: l’efficienza di utilizzazione dell’energia elettrica fornita è superiore e di molto.

Senza contare che in generale la loro resistenza e durata è molto più elevata, rendendo possibile un risparmio notevole per il consumatore in generale, che si troverà a spendere di meno per la manutenzione della propria illuminazione, godendone di una stabile e funzionale.

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